Casa Notizia L'ultimo creatore statunitense Neil Druckmann afferma di non aver mai in programma sequel: "Ciò richiede un livello di fiducia che non ho"

L'ultimo creatore statunitense Neil Druckmann afferma di non aver mai in programma sequel: "Ciò richiede un livello di fiducia che non ho"

Autore : Elijah Aggiornamento : Mar 21,2025

Al vertice dei dadi di Las Vegas, Neil Druckmann di Naughty Dog e Cory Barlog di Sony Santa Monica si sono impegnati in una sincero conversazione sul dubbio, un tema profondamente personale per entrambi i creatori. La loro discussione di un'ora ha coperto il dubbio per sé, riconoscendo un'idea "giusta" e avvicinandosi allo sviluppo del personaggio in più giochi.

Quando gli è stato chiesto di sviluppare personaggi tra i sequel, Druckmann ha rivelato sorprendentemente che non pianifica più giochi contemporaneamente. Si concentra intensamente sull'attuale progetto, affermando: "Penso che ti stai jinx se stai iniziando a pensare al sequel quando stai lavorando al primo gioco". Si avvicina a ogni gioco come se potesse essere l'ultima, incorporando idee organicamente piuttosto che salvarle per rate future. Usa il lavoro passato come trampolino di lancio per sequel, identificando elementi irrisolti e potenziali archi di carattere. Se non trova alcuna direzione avvincente, scherza semplicemente per "ucciderli".

Neil Druckmann

Druckmann ha illustrato questo approccio con la serie * Uncharted *, sottolineando il loro processo iterativo. Ogni gioco si basava sul precedente, esplorando nuove strade per i personaggi ed evitando la ripetizione. Ha sottolineato l'importanza di sapere quando passare da un personaggio o un concetto se non viene trovata una nuova direzione.

Barlog, al contrario, ha rivelato un approccio meticolosamente pianificato e interconnesso, confrontando il suo processo con una complessa commissione di cospirazione. Gli piace collegare i progetti attuali alle idee concepite anni prima, sebbene riconosca lo stress intrinseco e il potenziale per l'interruzione di team e prospettive mutevoli.

Druckmann ha espresso la mancanza della fiducia necessaria per la pianificazione a lungo termine di Barlog, preferendo concentrarsi sui compiti immediati. Ha sottolineato il suo amore per lo sviluppo del gioco come forza trainante dietro il suo lavoro, anche in mezzo allo stress e alla negatività che ne derivano.

Cory Barlog

La conversazione si è spostata sulla questione di "Quando è abbastanza?" Druckmann ha discusso del suo eventuale desiderio di fare un passo indietro dal coinvolgimento quotidiano, creando opportunità per gli altri. Barlog ha offerto una prospettiva più intensa, descrivendo la spinta incessante e l'ossessione che alimenta il suo lavoro, paragonandolo a un demone che cerca sempre la prossima sfida, anche dopo aver raggiunto un successo significativo.

Descrisse intensamente raggiungendo la cima di una montagna creativa solo per trovarne un'altra, più alta in lontananza. Questa spinta implacabile, ammetteva, spesso gli impedisce di apprezzare pienamente i risultati. Druckmann ha fatto eco a questo sentimento, ma con un tono più morbido, sottolineando l'importanza di creare opportunità per gli altri facendosi da parte. Barlog, in una battuta finale e umoristica, rispose: "Molto convincente. Vado in pensione."